Università e mondo della formazione fra crisi, movimenti e ristrutturazione

Università e mondo della formazione fra crisi, movimenti e ristrutturazione

 

L’università e il mondo della formazione sono stati oggetto, negli ultimi venticinque anni, di una lunga serie di controriforme che ne hanno modificato profondamente la struttura. L’obiettivo di riorganizzare il mondo dell’istruzione, facendo si che rispondesse maggiormente agli interessi del capitalismo odierno, è stato perseguito da governi di tutti gli schieramenti politici, in linea con le direttive europee in materia. Tuttavia questo progetto ha incontrato resistenze all’ interno di scuole e università, provocando negli anni movimenti e lotte che, pur non essendo stati in grado di vincere, bloccando le riforme in questione, sono riusciti a mobilitare grandi masse di studenti e professori e di rappresentare un problema per governi e istituzioni. Inoltre in alcuni casi, intorno a questi movimenti, si è ricompattata a livello embrionale una vasta composizione sociale, sfruttata ed esclusa dalle logiche del capitalismo, che ha di fatto invaso lo scenario politico facendo sentire la propria rabbia durante giornate di piazza come il 14 dicembre 2010 o il 15 ottobre 2011. Purtroppo, però, il presente restituisce un quadro meno positivo rispetto a quello di alcuni anni fa: la difficoltà nel costruire percorsi di mobilitazione larghi all’interno di questi contesti è una realtà innegabile, mentre l’interesse della governance a intervenire sull’istruzione resta invariato: basti pensare alla recente buona scuola renziana. Con la volontà, quindi, di trovare il modo migliore di costruire lotte e partecipazione politica dentro scuole e facoltà, consapevoli del fatto che il mondo della formazione ricopre un ruolo fondamentale all’interno della struttura del capitalismo odierno, determinando in buona parte sia la produzione ideologica che la formazione della classe dirigente, vogliamo costruire un momento di discussione su questi temi. Tutto questo anche nell’ottica di colmare, quantomeno parzialmente, quella che ci sembra essere una lacuna di analisi marxista sul tema. In particolare, crediamo si possa a affermare che esista un processo di messa a valore del lavoro intellettuale, della produzione scientifica, di quello che potremmo definire in modo un po’ generico come “mondo della conoscenza”. Pensiamo dunque che sia interessante provare a comprendere come avvenga questo processo, quali contraddizioni produca nello specifico e se ci sia lo spazio di inserirsi attivamente dentro di queste, costruendo lotte e mobilitazioni efficaci.

Vogliamo analizzare in modo approfondito la riorganizzazione dell’università a partire dall’ introduzione del CFU, vera e propria unità di misura dello studio, andando a toccare alcune questioni fondamentali: l’ideologia del merito, capace al contempo di normalizzare la situazione all’interno degli atenei e predisporre gli studenti alla competizione sfrenata propria del mercato del lavoro, il legame sempre più stretto fra le competenze fornite durante il ciclo di studi e le richieste di imprese e sfruttatori. Tutto questo anche per andare a smentire quelle teorie, di use in ambito di movimento, che vedono nel mondo della conoscenza un superamento delle teorie marxiste sull’organizzazione del lavoro: ci sembra vero il contrario, il modo in cui si organizza anche il lavoro intellettuale è un’ulteriore conferma della validità generale di quell’impostazione. In secondo luogo, pensiamo sia fondamentale porsi la questione di come l’università e la scuola si mettano in relazione con il resto del mondo. Il calo delle iscrizioni universitarie e l’abbandono scolastico in crescita, infatti, sono tra i principali vettori di esclusione sociale nel nostro paese. Allo stesso tempo, è bene ripeterlo, il legame fra i percorsi formativi e il lavoro precario è sempre più profondo: si è arrivati all’introduzione del tirocinio obbligatorio in tutti i corsi di laurea, costringendo gli universitari a svolgere gratuitamente lavori non formativi per conto di privati. Noi non crediamo che gli studenti siano il centro del mondo; anzi, pensiamo che nessun movimento studentesco possa prescindere, se vuole vincere anche solo le proprie battagli specifiche, dal mettere in discussione il sistema nel suo complesso.

Vogliamo ragionare quindi sulla possibilità che le lotte dentro il mondo della formazione riescano ad essere un punto di partenza per ricomporre una vasta composizione di classe, riaggregando, per esempio quel numero enorme di giovani disoccupati e neet presenti in Italia.

Per affrontare questi temi, convochiamo quindi un momento di discussione pubblico, per sabato 25 giugno ore 16, a Roma. Invitiamo tutte le realtà di compagni che si spendono e costruiscono lotte, organizzazione e analisi sul mondo dell’istruzione e dell’università a partecipare ed intervenire al seminario.

Collettivo Universitario Metropolitano Antifascista