Cappottati

Cappottati

Da questo blog abbiamo più volte ripetuto che la crisi economica che ha investito l’intero pianeta è una crisi di sovrapproduzione. Ovvero, detto in soldoni: il normale funzionamento della macchina capitalistica si è inceppato per via dell’incapacità da parte del mercato di assorbire tutte le merci che potenzialmente le forze produttive sarebbero in grado di sfornare. Lo ribadiamo non per essere pedanti, anche se come diceva qualcuno repetita juvant, ma perchè in questa epoca paradossale tutto il discorso pubblico sulla crisi almeno in Italia sembra adesso essersi incentrato sulla questione della produttività. A leggere quello che dicono lorsignori sembrerebbe quindi che la crisi è colpa dei lavoratori poco produttivi, o  comunque che per uscirne bisognerebbe produrre sempre di più e a sempre di meno. E allora via con i patti sociali, i tavoli e i tavolinetti, gli accordi e gli accordicchi… Poi, però, dopo tanta ideologia (intesa qui come falsa coscienza) ci sono i fatti, quelli che secondo un vecchietto di Treviri avevano la testa dura e che in questo caso assumono le vesti degli aridi numeri sui volumi delle immatricolazioni delle auto in Italia e in Europa. In Italia a Novembre l’immatricolazione di nuove auto è scesa del 21%, in Spagna del 25%, in Francia del 11%… e così via. Complessivamente nel nostro Paese la vendita delle nuove automobili, che nei primi medi dell’anno beneficiava ancora degli effetti degli incentivi statali, quest’anno scenderà del 9.4% e per il 2011 sono gli stessi economisti allineati al pensiero dominanti a prevedere calma piatta. La ripresa è  di la da venire e i padroni la crisi, anche grazie a chi accetta di sedersi a parlare di produttività, la stanno facendo pagare a noi. Per intero .